Ebbene, ho deciso di cambiare casa: da oggi mi trovate sulla piattaforma Wordpress.
Sempre su FILA7POSTO23.
mercoledì 8 aprile 2015
sabato 4 aprile 2015
Nickname: kiadowney | 50 anni di Robert Downey Jr.
Il palinsesto di Mediaset prevede circa tre volte all'anno la messa in onda di alcuni film in particolare: Batman di Tim Burton, Mamma ho perso l'aereo e sequel, Ghostbusters e 2, Quattro fantasmi per un sogno, Only you - Amore a prima vista, ecc. ecc.
Mi sono trovata spesso, quindi, i sabato pomeriggio a stravaccarmi sul divano con la tv accesa e i film citati prima sullo schermo.
Un fatto strano poi, nel lontano 2008, cambiò tutto. Non so se fu quella scintilla a far scattare in me l'amore per il Cinema o la curiosità verso il mondo cinematografico, eppure il 3 Maggio di quell'anno qualcosa ha fatto scoccare un colpo di fulmine che ancora oggi continua.
Iron Man è stato un punto di svolta universale: ha segnato l'inizio di una miriade di film che hanno cambiato la concezione di Cinecomic, ha segnato anche la ribalta di un attore che fino ad allora era caduto in un abisso senza fine a causa di un passato turbolento fatto di droga, arresti, riabilitazione.
Quel giorno al Cinema mi sono innamorata di Robert Downey Jr. Mi sono innamorata come una ragazzina della mia età, una cotta istantanea, potente, rapida: "Caspita! Ma quel tipo l'ho già visto in tv!". Quell'estate è stata l'estate di Robert Downey Jr. Ho iniziato a documentarmi su di lui, salvavo centinaia di foto sul mio computer fisso, perdevo ore a rivederle e con un rudimentale programma di photo editor mi divertivo a creare collage che, se rivedo ora, ancora mi chiedo quale mente malsana abbia potuto concepire cose del genere.
Sempre quell'estate ho scoperto un piccolo forum sull'allora frequentatissimo circuito Forumcommunity: quel forum, ancora oggi attivo e frequentato, ora è diventato ROBERT DOWNEY JR. Italia, il più grande fanclub italiano dedicato a lui e presente su tutti i Social principali.
Robert Downey Jr. è dal 2008 il mio attore preferito, eppure, a parte quei mesi di adolescenziale passione iniziale, non amo ostentare il mio amore per lui. Non credo sia un attore nè un uomo perfetto.
Certo, potrei star qui a parlarvi del suo passato condannabile, del fatto che certamente non è oggetto dei gossip più clamorosi, che non sempre è disponibile con i fan: certamente non è un santo.
In questi anni, seguendolo passivamente, ho imparato a guardare con sguardo attento, ma distaccato tutti i suoi lavori e le vicende più importanti della sua vita. Per me è più che altro un simbolo, un punto fermo della mia passione per il Cinema: il ragazzo prodigio, caduto lungo la via, si è rialzato arrancando, è caduto nuovamente, poi, come una fenice, è risorto dalle sue ceneri diventando l'icona cult di questi anni '10.
Per tutti è Iron Man...per me è anche Charlie Chaplin, Sherlock Holmes, Dito Montiel, Larry Paul, Vivien Thompson, Hank Palmer, Harry Lockhart, Kirk Lazarus...
Robert Downey Jr. porta con se tutti i suoi ruoli, come fossero veramente parte del suo essere, ed io adoro tantissimo queste sue sfumature (che son più di 50): mi piace quando, durante gli eventi pubblici, si atteggia, forse anche con ironica arroganza, come il personaggio del momento.
In Tropic Thunder, Kirk Lazarus diceva:“ Non esco dal personaggio finché non ho girato gli extra del DVD!”
A mio parere questa frase raccoglie l'essenza di Robert. E' un attore che ama intrattenere il suo pubblico dandogli quel che vuole.
Per questo suo importante compleanno vorrei augurargli ciò che augurerei ad una persona che stimo molto: la forza di continuare su una strada positiva, intrapresa, in particolare, anche grazie al sostegno di una donna straordinaria (Susan n.d.r.) e ad una famiglia in crescita, la creatività nel continuare a lavorare su ruoli sempre diversi e versatili, la voglia di continuare ad intrattenere i propri fan senza perdere quel pizzico di follia che lo contraddistingue.
Ciò detto, è impossibile non elogiare la grande espressività e capacità di uno dei migliori attori della sua generazione. Indimenticabili sono alcune sue performance precedenti al 2008, basti ricordare alcuni film a cui ha preso parte: dal citato Charlot in cui interpreta magistralmente l'icona del Cinema Charlie Chaplin che gli ha valso la sua prima nomination ai Premi Oscar, passando per Assassini Nati di Oliver Stone, Restoration - Il Peccato ed il Castigo, The Singing Detective, Kiss Kiss Bang Bang, Guida per riconoscere i tuoi santi, Fur - Un ritratto immaginario di Diane Arbus fino a Zodiac di David Fincher e al più recente The Judge.
Un artista completo, non solo attore, ma anche cantante (The Futurist è il suo unico e delicato album pubblicato nel 2004) sportivo (pratica Wing Chun King Fu da anni) creativo e filantropo (tante sono le iniziative a cui prende parte).
Insomma, parlare di Robert Downey Jr. non è semplice nè sbrigativo: potrei scrivere della sua vita, delle sue batoste, dei suoi enormi sbagli e difetti, delle sue vittorie, delle sue paparazzate in giro per Malibu, potrei elogiarlo come una ragazzina innamorata follemente di lui, ma non lo farò. Continuerò a seguirlo come ho sempre fatto, come una semplice fan dispersa fra la folla, amandolo e criticandolo, sempre grata per quella scintilla che ha acceso in me un grande mondo.
BUON COMPLEANNO ROBERT!
Come admin del fanclub italiano più numeroso RDJ ITALIA, per festeggiare il suo compleanno, ho realizzato un video celebrativo in cui i protagonisti sono proprio i fan italiani. Eccolo qui:
sabato 21 marzo 2015
Cenerentola di Kenneth Branagh: la delicatezza di un Classico moderno.
Amo spesso definire Kenneth Branagh come Shakespeariano, non solo per l'aver preso parte e diretto numerose commedie e tragedie tratte dalle opere di William Shakespeare, ma soprattutto per l'impronta, che ricorda appunto la scrittura del più famoso scrittore britannico, nei suoi lavori da regista. Come in Thor, o Frankenstein di Mary Shelley, la presenza di Shakespeare, seppur lieve è sospirata ed onnipresente. E quale punto di riconoscimento che sia, l'elemento Shakespeare non poteva mancare nemmeno in Cinderella, remake in live action del famosissimo lungometraggio d'animazione del 1950, Cenerentola.
Il film è letteralmente una favola. Non vuole dimostrare niente più di questo. Branagh riesce a confezionare un prodotto cinematografico per un vasto pubblico, senza strafare ma, semplicemente, rendendo moderna una favola classica.
Un cast azzeccatissimo e tutto britannico compone la rosa dei personaggi presenti in Cinderella. Lily James, con la sua gentilezza e i modi del tutto limpidi e genuini, è praticamente perfetta per la parte di Ella e ben controbilancia la presenza di Cate Blanchett come la Matrigna Cattiva, che nonostante l'innegabile e acclarata bravura, riesce a dosare la sua interpretazione senza mai mettere in secondo piano la protagonista: la sua Lady Tremaine è tanto crudele quanto cinica e logica. Richard Madden, libero da barba, è il Principe (finalmente con un nome, dovrete scoprirlo da voi, non ve lo svelo): svestitosi dei panni di Robb Stark nel Trono di Spade, l'attore scozzese riesce a fare colpo non solo su Ella: complice la bravura o i profondi occhi blu? (Forse entrambe le cose).
Derek Jacobi è il Re: una piccola interpretazione la sua, eppure è impossibile non rimanere estasiati da questo immenso attore inglese, visto di recente assieme a Ian McKellen nell'esilarante sitcom di ITV, Vicious. Vorrei potervi dire quale scena in particolare tra lui e il Principe mi abbia davvero toccato il cuore, ma anche qui, vi invito a scoprirlo da soli.
Helena Bonham Carter è la Fata Madrina: è magnifica, dolce e seppur l'abbigliamento ricordi molto poco la Fata del Cartone Animato, i modi, le movenze e l'ironia, d'altra parte, le rendono estrema giustizia.
Concludono il cast anche Hayley "Peggy Carter" Atwell e Ben Chaplin come gli amabili genitori di Ella, Holliday Grainger e Sophie McShera rispettivamente Anastasia e Genoveffa, sorellastre punzecchianti e viziatissime di Ella e Stellan Skarsgård nei panni del Gran Duca, consigliere del Re, uomo tanto più attaccato al bene del Regno tanto meno che dei sentimenti del futuro Re.
Il cast ben equilibrato, quindi, trova l'appoggio di un reparto tecnico veramente eccezionale. Le meravigliose scenografie del Premio Oscar italiano Dante Ferretti ricreano un regno incantato incredibilmente accurato: dalla rustica, ma raffinata magione di campagna della famiglia di Ella, allo sfarzoso ed entusiasmante Palazzo Reale i cui grandi lampadari, lavorati a mano a Venezia, illuminano il grande Salone del Ballo. I fiabeschi e scintillanti costumi realizzati dalla tre volte Premio Oscar Sandy Powell, sono...è così difficile descriverli: sono accecanti, nel modo più positivo del termine. Gli abiti dalle stoffe preziose sono un tripudio di colori e fantasia e riescono a delineare l'essenza del singolo personaggio: la Matrigna, ad esempio, veste abiti d'alta sartoria, sempre alla moda, simbolo dell'amore della donna verso la mondanità; le sorellastre, invece, utilizzano lo stesso abito ma dai colori complementari, come a mostrare la similarità e al tempo stesso la contrapposizione tra le due ragazze; ed infine Ella: qui, in realtà, servirebbe un discorso a parte, l'abito indossato al ballo è decisamente il più bello e sublime, e la scarpetta, veramente di cristallo (Swarovsky, per l'esattezza) è la conclusione di un quadro perfetto. Anche gli effetti speciali, seppur limitati ma ben dosati e ben costruiti, arricchiscono ancora di più una fotografia che ti lascia letteralmente a bocca aperta: la delicatezza e la brillantezza di luci sono una delizia per gli occhi. In tutto questo, anche la colonna sonora composta da Patrick Doyle, che ricorda in qualche modo le note di un'altro grande Classico Disney (anche qui, vi invito a scoprirlo da voi), chiude il mosaico di elementi che compongono Cinderella.
Un grande plauso, infine, va quindi a Kenneth Branagh che è riuscito, ancora una volta, con ironia e passione, grazia e gentilezza, a coreografare una pellicola che difficilmente sarà dimenticata nell'immediato futuro.
Un grande plauso, infine, va quindi a Kenneth Branagh che è riuscito, ancora una volta, con ironia e passione, grazia e gentilezza, a coreografare una pellicola che difficilmente sarà dimenticata nell'immediato futuro.
venerdì 6 marzo 2015
TWO NIGHT STAND con Analeigh Tipton e Miles Teller
Un incontro online, una notte di sesso, una bufera di neve che blocca la città.
Two Night Stand è la storia di Megan, da poco single, che in stile Bridget Jones, passa le giornate chiusa in casa, in pigiama, tra vino e pc. Sotto consiglio della coinquilina, che più di vederla realizzata, la vorrebbe fuori di casa, abborda, decisamente in fretta, un ragazzo in uno dei tanti siti di incontri online per una sana, sola e semplice notte di sesso.
Fin qui tutto ok, fin quando, la mattina seguente, una discussione fra i due e la porta bloccata da una esagerata bufera di neve, costringe Megan ed Alec a trascorrere più di una notte assieme.
Sarà ovviamente l'occasione per conoscersi.
Film tutto sommato dimenticabile, uno tra i tanti, eppure godibilissimo nei suoi scarsi 90 minuti.
Anzitutto c'è la freschezza dei due attori protagonisti, che risaltano molto più dei personaggi secondari ridotti quasi a macchiette: Analeigh Tipton, già vista in Warm Bodies, The Green Hornet e Lucy, e Miles Teller, giovane attore del momento, protagonista nel pluripremiato agli Oscar Whiplash e prossimamente nel ruolo di Mr. Fantastic nel reboot dei Fantastici 4.
C'è una bella alchimia tra i due e seppur trovandosi di fronte a certe situazioni e discussioni forse un po' irreali o già sentite (come gli stereotipi sull'approccio sessuale della donna e dell'uomo), il modo in cui sono raccontate riescono a strapparci un sorriso e ad incuriosirci verso il finale della storia.
Il film è stato diretto da Max Nichols, figlio di Mike Nichols regista de Il Laureato, ed è uscito nella sale americane il 26 settembre 2014.
Non ci sono notizie riguardo a una (ormai poco probabile) release italiana. Nel caso vogliate trascorrere una leggera e simpatica serata, ecco il link dove poter vedere il film sottotitolato.
lunedì 23 febbraio 2015
87TH ACADEMY AWARDS: Un Resoconto degli #Oscar2015
Con le proclamazioni dei vincitori dell'87esima edizione degli Academy Awards, abbiamo visto concludersi questa stagione di premi. Senza molte sorprese abbiamo visto trionfare il quartetto che ha spopolato negli ultimi mesi e vale a dire:
Eddie Redmayne, Miglior Attore Protagonista per La Teoria del Tutto // Julianne Moore, Miglior Attrice Protagonista per Still Alice // J. K. Simmons Miglior Attore Non Protagonista per Whiplash // Patricia Arquette, Miglior Attrice Non Protagonista per Boyhood.
Birdman si è aggiudicato invece le statuette di Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Fotografia e Miglior Sceneggiatura Originale, lasciando a bocca (semi) asciutta il favorito Boyhood.
Molto bene è andato The Grand Budapest Hotel che, come da previsione, si è aggiudicato quattro premi tecnici: Costumi (Milena Canonero ha vinto il suo quarto Oscar), Trucco e Parrucco, Scenografia e Miglior Colonna Sonora composta da Alexandre Desplat.
A Whiplash, invece, sono andate in totale tre statuette: Attore Non Protagonista, Miglior Montaggio e Montaggio Sonoro.
Cliccando qui potrete trovare la lista completa dei vincitori: CINEMATOGRAPHE #Oscar2015
In quanto a cerimonia vera e propria, poco è riuscito a fare il successore di Ellen Degeneres, Neil Patrick Harris: cerimonia a tratti noiosa e senza speciali guizzi. Momenti degni di nota sono state le performance canore delle canzoni in gara a Best Original Song, il bel tributo di Lady Gaga ai 50 anni di Tutti Insieme Appassionatamente e la parodia forse un po' forzata di Birdman e Whiplash assieme all'attore protagonista Miles Teller.
Al Contrario, veri protagonisti son stati i vincitori delle statuette, dagli attori agli sceneggiatori, in particolare Graham Moore che ha accettato il suo Oscar alla Miglior Sceneggiatura Adattata per The Imitation Game con un discorso personale e toccante.
Sulla pagina Facebook ho pensato di creare tre differenti album con foto:
venerdì 20 febbraio 2015
The Road To Oscars: The Grand Budapest Hotel, Still Alice e Foxcatcher
Solo due giorni ci dividono dall'evento cinematografico
dell'anno. Gli Academy Awards si terranno Domenica 22
Febbraio a Los Angeles, e finalmente, il red carpet e la cerimonia,
potranno essere seguiti interamente ed in chiaro anche sul canale Cielo
Tv del Digitale Terrestre a partire dalle ore 22.50.
In questi ultimi giorni cerco di recuperare i film in lizza
nelle maggiori categorie. Di seguito, un brevissimo commento ai film The Grand
Budapest Hotel, Still Alice e Foxcatcher.
The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson è, da un
punto di vista soggettivo, Cinema puro. Ci sono diversi momenti narrativi e
altrettanti diversi formati video che scandiscono i diversi momenti. C'è la
regia unica e particolare di Anderson che compone una storia, tratta dalle
opere di Stefan Zweig, colorata in tutti i sensi: i costumi, le
scenografie, il trucco, la fotografia sono tanto importanti quanto la trama o
le prove attoriali. Dettaglio ed eleganza pervadono il Grand Budapest Hotel
dalla prima all'ultima scena.
Nominato a 9 premi Oscar, ci si aspetta vinca nelle categorie
"tecniche".
Nel variegato cast troviamo: Ralph
Fiennes, Tony Revolori, Saoirse Ronan, Bill Murray, Edward
Norton, F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Jude Law, Tilda
Swinton, Jason Schwartzman, Willem Dafoe, Léa Seydoux, Owen
Wilson, Adrien Brody, Tom Wilkinson, Bob Balaban, Mathieu
Amalri e Jeff Goldblum.
Still Alice è il ritratto di una donna che è costretta a
fronteggiare una malattia inaspettata: una rara forma di Alzheimer precoce ed
ereditaria. Julianne Moore, favorita nella categoria di Miglior
Attrice Protagonista, ci racconta, con pacatezza e senza esaltazione ma
forte delicatezza, il progressivo deterioramento mentale di Alice. E' inoltre
il quadro familiare che mette a nudo i legami di una famiglia scossa da un
evento tragico: quando il perno centrale viene a vacillare, il nucleo non è più
lo stesso. Molto bello è il rapporto tra madre e figlia minore, meno
convincenti, però, sono le performance dei non protagonisti.
Il film diretto da Richard Glatzer e Wash
Westmoreland è l'adattamento del romanzo Perdersi di Lisa
Genova. Nel cast troviamo anche Kristen Stewart, Kate
Bosworth, Alec Baldwin e Hunter Parrish.
Foxcatcher è l'adattamento
cinematografico dell'autobiografia Foxcatcher. Una storia vera di
sport, sangue e follia scritta nel 2014 da Mark Schultz lottatore
campione olimpico nel 1984 assieme a suo fratello Dave. E' quindi
la storia di Mark/Channing Tatum che riceve da John
E. du Pont/Steve Carell la proposta di entrare a far parte della
squadra di campioni da lui fondata, il Team Foxcatcher. L'atleta,
spinto anche dalla sensazione di essere oscurato dalla fama del fratello Dave,
interpretato da Mark Ruffalo, accetta l'offerta e si trasferisce in
Pennsylvania. La pellicola pone le sue fondamenta sulle grandi interpretazioni
degli attori protagonisti a partire da un irriconoscibilissimo Steve Carell
che, con una calma (apparente) opprimente e soffocante, è la personificazione una bomba ad
orologeria pronta ad esplodere; straordinario è, come sempre, anche Ruffalo e
un sorprendente Tatum, finalmente in un ruolo dove il fisico, seppur presente,
non è in prima linea, dimostra la sua versatilità nell'interpretazione
psicologica del suo personaggio.
lunedì 9 febbraio 2015
Lo strano caso del fan sfegatato. Un pensiero postBAFTA.
Essere fan di gente di spettacolo, attori, attrici è difficile: spesso si
rischia di diventare ossessivi nei confronti di qualcuno e, proprio durante un
periodo importante come la stagione dei premi, quello che dovrebbe essere un
tifo spassionato, diventa una mera carneficina come quella tra i peggiori
ultras che, a lor dire, sostengono la loro squadra del cuore.
Fatta questa premessa, penso sia chiaro a chi sia
indirizzato il mio pensiero. Eddie Redmayne vs. le/i fan di Benedict Cumberbatch.
Essendo io stessa una grande sostenitrice di quest’ultimo, capisco il rammarico
di non poter veder trionfare il proprio attore o attrice del cuore, eppure
gioisco nel veder vincere un concorrente che, molto semplicemente, con un
pizzico in più, ha meritato il premio. Non che il Signor Cumberbatch non lo
meritasse a sua volta, quel Bafta o quel Golden Globe, però, sarà il film, sarà
il ruolo, saranno state le scene ancor più toccanti, saranno state una miriade
di variabili, il vincente sulla carta è Redmayne e non è un male.
Mi è quindi triste e sgradevole leggere di commenti
denigratori, ma privi di senso, verso un altro attore che meritatamente sta
facendo incetta di premi. Sarebbe molto più sportivo essere obiettivi e pensare,
prima di tutto, all’immensa interpretazione di Benedict Cumberbatch, come
quella di Michael Keaton e alle altre grandi interpretazioni di quest’anno.
Un
premio è importante relativamente, certo ti pone su un gradino più alto, è
innegabile, ma quanti di noi ricordano un ruolo semplicemente perché x ha vinto
quel determinato premio? Non viene ricordata maggiormente l’interpretazione e l’emozione
che questa ci ha lasciato?
I vincitori del premio BAFTA 2015 (X)
Le foto della serata (x)
Iscriviti a:
Post (Atom)