domenica 26 ottobre 2014

Soap Opera di Alessandro Genovesi: un’occasione sprecata!


Eppure le premesse c’erano tutte sin dalla prima sequenza: in un condominio costituito da quattro appartamenti vivono: due gemelli eterozigoti interpretati da Ale & Franz (uno deve accudire l’altro costretto sulla sedia a rotelle); un’attrice di soap opera di nome Alice (Chiara Francini) ossessionata dagli uomini in divisa; Fabio de Luigi nei panni di Francesco ancora innamorato dell’ex, Anna, interpretata da Cristiana Capotondi. La vicenda prende il via quando il quarto condomino si toglie la vita con un colpo di pistola e da lì alle 48 ore successive la storia prosegue e conosciamo: il maresciallo dei Carabinieri (Diego Abatantuono) che dapprima "indaga" sulla morte del giovane, poi intraprende una liaison, più fisica che chimica, con Alice; il migliore amico di Francesco, Paolo, che mette in dubbio il suo orientamento sessuale (lo interpreta Ricky Memphis) e Francesca, l’ex, parigina, del povero disgraziato.
Con uno stile originale, Genovesi propone una scenografia quasi teatrale: la scena iniziale è molto bella perché viene mostrata la palazzina, priva della parete frontale, come fosse una casa delle bambole: vediamo i gruppi di attori muoversi attraverso le varie stanze del condominio, ritrovarsi insieme sul pianerottolo del piano terra, aprire la porta dell’interno 2 e fare la macabra scoperta. 
C’è cura anche nell’arredo e nei costumi: la carta da parati, la mobilia in legno, le pareti scure che rimandano a degli ambienti costruiti apposta, come in un teatro appunto, richiamando un po’ un’atmosfera francese. 
La fotografia è a tratti geniale complici l’utilizzo di luci soffuse, a volte quasi oscure, ed inquadrature eloquenti. 
Interessante l’idea di mostrare solo i luoghi di scena: gli appartamenti (in questo caso solo poche stanze), un bar, la strada di quartiere; non vediamo altre zone della città o altre persone a parte quelle comparse strettamente correlate alle situazioni del momento.
Peccato, peccato davvero perché se il film inizia con i migliori propositi, precipita in un finale senza né capo né coda, ingarbugliato e confusionario, persino banale. Gli attori, d’altra parte, poco fanno per salvare il film: bravini De Luigi, Capotondi e Memphis,  monotoni Abatantuono e Francini, simpatici, ma usuali Ale e Franz, fastidiosa Elisa Sednaoui nei panni di Francesca.
Poco sarebbe bastato per rendere Soap Opera un piccolo gioiellino: una sceneggiatura più curata e più coraggiosa, maggiore attenzione nella recitazione, una regia più incisiva.
Senza infamia e senza lode, insomma.

A discolpa di Genovesi va un plauso per averci provato, sinceramente c’è di peggio!

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